Consenso alla donazione, gesto altruistico.Dare il consenso alla donazione di organi è un gesto di grande civiltà ed altruismo che, fortunatamente, è in costante espansione. È un fenomeno culturale innanzitutto, un gesto di profonda e nobile condivisione Gratuita che va oltre la morte e può consentire a una vita di ripartire. Solo l’informazione può, a nostro avviso, incrementare questo fenomeno virtuoso, superando comprensibili preconcetti, paure, dogmi e inesattezze.
Il gesto della donazione è un gesto molto personale, che può maturare nell’individuo a priori, immaginando il “dopo di noi”, con consapevolezza e serenità, o può scaturire da un grande dolore, in un momento tragico quale è quello della morte di un proprio congiunto, quando c’è poco tempo per pensare e il più che ragionevole dolore della perdita.

Le donazioni di organi e tessuti sono fondamentali per salvare centinaia, migliaia di vite ogni anno, e come si è detto in premessa, sono in aumento, complici, oltre che una sensibilità maggiore delle coscienze, anche i progressi della medicina e della chirurgia che hanno consentito di rendere sempre più fruibili organi prima non idonei e di prelevare da donatori sempre più anziani, aumentando il numero oggettivo di disponibilità e quindi riducendo i tempi delle liste d’attesa.

Cosa è possibile donare?
È bene innanzitutto precisare che per legge, la donazione di organo può avvenire da cadavere o da vivente, compatibilmente con l’organo o il tessuto oggetto di prelievo. Scontato, ma è bene ricordarlo, la donazione è del tutto gratuita e liberale e non prevede alcun compenso o risarcimento economico; ogni azione contraria è illegale e costituisce infatti reato penale.
Organi utilizzabili per un trapianto: cuore, reni, fegato, polmoni, pancreas e intestino.
Tessuti: pelle, ossa, tendini, cartilagine, cornee, cellule staminali, cordone ombelicale, valvole cardiache, utero e vasi sanguigni. Unici espressi divieti alla donazione sono per cervello e gonadi.
Salvo controindicazioni per patologie o incompatibilità, potenzialmente saremmo tutti donatori, al di là anche del limite di età, ma è ovvio che ogni singolo caso vada valutato di volta in volta. È bene ricordare che, oltre che potenziali donatori, tutti siamo potenziali riceventi.

Donazione da vivente e da cadavere
Per le donazioni da vivente, dopo un consulto medico e psicologico si può procedere a donare in parte o per intero alcuni organi o tessuti, se il prelievo non compromette la sopravvivenza, la salute o la qualità della vita del donatore. Solitamente avviene tra parenti o consanguinei, ma possono verificarsi anche casi di donazione da terzi, per spirito umanitario, la cosiddetta donazione samaritana.
Per le donazioni da cadavere, sicuramente le più numerose, è bene superare alcune credenze culturali per cui possano accadere errori sull’accertamento della morte e che finché il cuore batte, ci sia vita. In realtà non è così, poiché si deve distinguere tra morte cerebrale a cuore battente e morte cardiaca. Se per la seconda, per il pensare comune, non ci sono dubbi sulla fine della vitalità dell’organismo, per la prima, per molti, specie i familiari in sofferenza, l’idea che il cuore continui a battere può far sperare che la morte non sia davvero sopraggiunta. Invece, con la morte cerebrale non è per definizione possibile alcuna ripresa, e a breve anche il cuore cesserà di battere da sé. L’attività cardiaca residua è però determinante perché ancora garantisce la circolazione sanguigna e quindi l’ossigenazione di organi e tessuti, per un tempo sufficiente a conservarli in uno stato ottimale e idoneo a un prelievo. Grazie alle recenti innovazioni tecnologiche oggi è possibile anche il prelievo d’organo a cuore fermo, conservandone la vitalità con una circolazione forzata extracorporea durante i tempi (20 minuti in Italia, 5 nel resto del mondo) – che la Legge impone per accertare il decesso. Questa pratica di eccezionale progresso scientifico consente di conservare l’organo in condizioni idonee alla ripresa per una seconda vita.

Quando e come esprimere il consenso
La dichiarazione della volontà di donare gli organi è regolamentata dalla legge n.91 del 1 aprile 1999 e successivi. Non essendo ancora in vigore il silenzio-assenso vige il principio del consenso o del dissenso esplicito. È reversibile e modificabile nel tempo. Tutti possono esprimere la propria volontà alla donazione con una dichiarazione scritta da allegare ai propri documenti, nel Comune di residenza, oppure con la registrazione della propria volontà presso la ASL territoriale o il medico di famiglia; il tesserino blu inviato dal Ministero della Salute conservato con i documenti personali; l’atto olografo o la tessera di una delle associazioni di volontariato della donazione o di pazienti. La donazione può essere finalizzata a un trapianto su un ricevente ma anche per la sperimentazione o la ricerca.
In assenza di esplicita volontà contraria del defunto, spetta alla famiglia (il coniuge non separato o il convivente o, in mancanza, i figli maggiori di età o, in mancanza, i genitori) non opporsi o documentare l’opposizione del defunto al prelievo degli organi. Per i minori sono sempre i genitori a decidere; se anche solo uno dei due è contrario, il prelievo non può essere effettuato. La grande differenza rispetto a un atto consapevole e preso serenamente e quello a cui un congiunto si vede costretto nell’imminenza di un lutto, sta proprio nel tempo per elaborare l’accaduto, ma è proprio la tempestività che garantisce la vitalità dell’organo e per chi acconsente, la consapevolezza di salvare altre vite con quel prezioso dono è di conforto e consolazione.
Il SIT, Sistema Informativo Trapianti, informa in tempo reale su numeri e stato della materia.

A chi andrà il nostro organo?
Successivamente, l’organo verrà assegnato ai pazienti in lista d’attesa secondo criteri che prescindono dal donatore e dal consenso espresso ma solo secondo parametri di idoneità, compatibilità e urgenza del ricevente valutati dai medici. La Legge italiana altresì vieta che il ricevente riceva o possa ottenere informazioni sul donatore, all’estero invece, per esempio negli Stati Uniti, non è così. Malgrado molti dibattiti in merito, la Comunità scientifica ancora oggi ritiene opportune e corrette le prescrizioni restrittive vigenti in Italia. Pur restando la scelta del consenso una decisione estremamente personale, va detto peraltro che le più diffuse professioni religiose in linea generale o acconsentono, o non vietano la donazione se per scopi utili alla salute altrui, pur con alcune limitazioni.

Niguarda Transplant Foundation non può che promuovere la donazione di organi per consentire la continua missione di salvare vite, in nome della Vita.