Modifica della legge 91/1999Il tema è delicato, di quelli che toccano il profondo degli animi e delle coscienze, e che tiene vivo un dibattito annoso: la modifica della legge 91/1999 in vigore che vieta lo scambio di informazioni tra donatore e ricevente di organi.

È di questi giorni però, il “rumore” della raccolta di firme, quasi 50mila, promossa da Marco Galbiati, un papà di Lecco che nel 2017 ha perso il figlio adolescente, per cambiare le norme in vigore e permettere che, a determinate condizioni e con il consenso espresso delle parti, le famiglie di donatore e ricevente se lo desiderano possano conoscersi. Attraverso i social e la sua tenace voglia di saperne di più con l’associazione da lui fondata “Il tuo cuore la mia stella“, è entrato in contatto con le famiglie dei riceventi degli organi del figlio. La proposta ha ricevuto l’appoggio del Comitato Nazionale di Bioetica con una raccomandazione ufficiale per permettere alle famiglie dei donatori di organi di poter contattare i loro riceventi, qualora entrambe le parti lo vogliano.

Nella mente di tutti è sempre viva la vicenda del piccolo Nicholas Green e del padre Reginald, esempio di grande altruismo e generosità, convinto promotore della modifica delle norme in essere, come già avviene negli Stati Uniti dove l’incontro è ammesso.

Abbiamo chiesto la testimonianza di un trapiantato, anzi un “trapiantato due volte”, Pietro Fresi, sostenitore di Niguarda Transplant Foundation che da decenni segue la questione avendo partecipato anche ai lavori preparatori del testo di legge italiano ed, esso stesso, paziente ricevente. “La questione è molto delicata e come tale va trattata – esordisce Pietro – e benché possa capire il dolore di un padre e le sue nobili intenzioni, vi porto la mia opinione di trapiantato. In un percorso così complesso e carico di implicazioni psicologiche oltre che fisiche, non credo avrei la forza di affrontare anche questo ulteriore carico emotivo. Ogni giorno ringrazio il mio “angelo”, il mio donatore, due angeli anzi, ma per me restano tali, non sento la necessità di andare oltre. Ognuno ha storie personali differenti e vite differenti, potrebbero nascere situazioni difficili da gestire. Conosco personalmente Reginald Green e spesso abbiamo parlato di questo, mi ha anche citato in un suo libro, ci siamo incontrati più volte in Italia nei suoi viaggi ma la mia opinione è che la Legge è corretta, così com’è”.