La biostatistica aiuterà a valutare meglio i vantaggi di una tecnica chirurgica innovativa e le caratteristiche cliniche che più incidono sulla sopravvivenza di un paziente trapiantato. Questi gli obiettivi del primo progetto di ricerca finanziato da NTF, che sarà portato avanti dallo staff medico della Chirurgia di Niguarda insieme ai ricercatori dell’Università di Milano Bicocca, coordinati dal Prof. Vincenzo Bagnardi.
Facciamo un esempio. Per capire se una tecnica chirurgica innovativa e meno invasiva è associata a un rischio minore di complicanze rispetto a una tecnica standard, si possono percorrere due strade. La prima, considerata la più robusta dal punto di vista scientifico, è condurre un esperimento in cui si decide di assegnare casualmente la tecnica standard o la tecnica innovativa ad un numero prefissato di pazienti. E’ una strada molto impegnativa e onerosa, che richiede diversi anni prima di dare una risposta.
La seconda strada, relativamente più semplice, è provare a utilizzare i dati che sono già stati raccolti sugli esiti delle due tecniche. La differenza è che, in questo contesto, i pazienti sottoposti alla tecnica standard possono avere caratteristiche diverse da quelli operati con la tecnica innovativa, e quindi le differenze negli esiti osservati potrebbero essere dovute non alla bontà di un intervento rispetto all’altro, ma ad altri fattori. Saper trattare in modo corretto questi fattori, riuscendo a separare il loro effetto da quello dell’intervento di interesse, richiede l’utilizzo di tecniche statistiche avanzate che solo un team statistico esperto può trattare.
Gli studi che faremo sono tre.
1. Valutazione degli esiti della resezione del tumore del fegato effettuato con la laparoscopia, un intervento meno invasivo rispetto all’intervento classico in aperto (open). Presso il Dipartimento di Chirurgia Generale e dei Trapianti di Niguarda sono stati raccolti i dati di oltre 500 pazienti operati per tumore al fegato con una delle due tecniche (laparoscopia o open). In questo caso è fondamentale che il confronto statistico tra gli esiti delle due tecniche tenga conto delle differenze esistenti tra i pazienti.
2. Valutazione di fattibilità e di sicurezza dell’intervento di resezione nei pazienti con tumore del fegato di stadio intermedio. Anche questo studio è basato su circa 500 pazienti con tumore del fegato, operati sia a Niguarda che all’ospedale San Gerardo di Monza. Solitamente questi tumori vengono considerati non operabili, e ci si limita a trattarli con la chemioembolizzazione (TACE). Tuttavia, presso i due centri considerati, si sono operati anche pazienti considerati non operabili, circa un terzo del totale.
3. Analisi dei dati dei pazienti con tumore primario del colon-retto e sottoposti a resezione epatica per le metastasi al fegato. Questo studio è molto interessante perché ha come obiettivo la creazione di un punteggio di rischio individuale che permetterà di valutare la prognosi di un paziente sottoposto a questo intervento.