Primo trapianto di fegato da donatore COVID+ a Niguarda.

 

Nel corso dell’emergenza sanitaria che sta colpendo duramente l’Italia, numerosi potenziali donatori di organi con riscontro di positività al SARS-CoV-2 sono stati considerati a lungo a “rischio inaccettabile” per via del potenziale rischio di trasmissione dell’infezione al ricevente così come al personale sanitario coinvolto.

Grazie agli studi clinici effettuati sul SARS-CoV-2 e sull’immunosoppressione, dal 01.12.2020 è stato istituito un programma specifico del Centro Nazionale Trapianti che ha previsto l’utilizzo degli organi di donatori con positività al SARS-CoV-2 esclusivamente se soddisfatti dei criteri estremamente rigorosi quali l’urgenza clinica del ricevente ed un adeguato titolo anticorpale dello stesso dovuto ad una pregressa infezione.

 

A Niguarda, un paziente in lista d’attesa guarito da COVID-19 ha ricevuto un trapianto di fegato da donatore con infezione da SARS-CoV-2. Il ricevente aveva sviluppato l’infezione nel novembre 2020 ed era guarito clinicamente e virologicamente senza complicanze.

Alla segnalazione di donatore con infezione paucisintomatica da SARS-CoV-2 compatibile con il paziente, ed alla luce della precedente infezione e della presenza di titolo anticorpale elevato (>80 AU/mL), veniva proposto l’organo al paziente in condizione di urgenza clinica per malattia epatica avanzata, discutendo rischi e benefici associati. Una volta ottenuto il consenso, il paziente è stato sottoposto a trapianto presso una camera operatoria dedicata con successivo decorso post-operatorio in ambiente isolato presso la Rianimazione COVID. Dopo confermata negatività del tampone rinofaringeo per SARS-CoV-2 il paziente veniva trasferito presso il reparto di Chirurgia dei Trapianti per il prosieguo delle cure. Non ci sono state complicanze correlate alla precedente infezione da SARS-CoV-2 e, nonostante l’immunosoppressione, le indagini virologiche sono state ripetutamente negative e il titolo anticorpale stabilmente >80 AU/mL.

 

L’adeguato monitoraggio dei pazienti in lista di attesa per trapianto ha permesso di offrire un organo da donatore SARS-CoV-2 positivo ad un ricevente con pregressa infezione da SARS-CoV-2 .

La sinergia tra specialisti (chirurghi dei trapianti, anestesisti, infettivologi, epatologi e microbiologi) e il contributo di tutto il personale sanitario coinvolto ha permesso di portare a termine un altro trapianto di fegato in contesto epidemico e in condizioni considerate a rischio “accettabile” perché strettamente controllato e monitorato in un contesto multidisciplinare.

 

Dott. Vincenzo Emanuele Buscemi
Dirigente Medico

Chirurgia generale  dei Trapianti per Niguarda Transplant Foundation