Le metastasi epatiche da tumore del colon-retto sono state sempre considerate una controindicazione assoluta a trapianto di fegato, a causa dell’elevato rischio di recidiva post-trapianto. Considerando quindi la futilità del trapianto di fegato in questo scenario, e considerando anche la ridotta disponibilità di organi, fino ad ora il trattamento di scelta è rappresentato dalla chemioterapia e dall’intervento chirurgico ( quando possibile), tenendo comunque conto che la prognosi è strettamente dipendente dallo stadio della malattia, dalla sua biologia e conseguentemente dalla risposta alla terapia.
Con i nuovi programmi di ricerca nell’ambito della genetica e dell’oncologia, è ad oggi possibile identificare una specifica ed altamente selezionata categoria di pazienti con metastasi epatiche non operabili con una soddisfacente risposta alla chemioterapia, una buona prognosi ed un basso rischio di diffusione di malattia a distanza. Queste innovazioni mediche hanno pertanto permesso di riproporre, in casi selezionati, l’opzione trapiantologica come possibilità di cura definitiva delle metastasi da tumore del colon-retto.
Con questi favorevoli presupposti, sono stati proposti numerosi studi clinici in tutto il mondo così come in Italia, dove è partito il trial clinico “COLT”, introdotto dal Prof Vincenzo Mazzaferro dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, che vede coinvolti diversi centri italiani, tra cui Niguarda.
Avendo preso parte a questo studio clinico è stato possibile eseguire in questi giorni a Niguarda un trapianto di fegato ad un paziente di 45 anni con metastasi al fegato da tumore del colon.
Grazie all’esperienza di Niguarda e dei vari centri coinvolti, sarà possibile valutare se il trapianto di fegato potrà finalmente essere considerato una terapia definitiva anche per questi pazienti fino ad ora non passabili di trattamenti di cura come la chirurgia.
Articolo a cura del Dott.Vincenzo Buscemi .
Chirurgia dei trapianti ,Niguarda