Online l’articolo riguardante l’infezione da COVID-19 nel peri-trapianto di fegato, pubblicato nella piena pandemia del 2020.
Il Dott. Vincenzo Buscemi , Dirigente Medico della Chirurgia Generale e Trapianti diretta dal Prof. De Carlis ci spiega che l’attività trapiantologica, come ogni attività chirurgica, ha subito un iniziale decremento a causa dell’elevato rischio di contrarre l’infezione da COVID-19 durante la degenza ospedaliera, con tutte le possibili drammatiche ripercussioni. La marcata immunosoppressione nel peri-trapianto, dovuta ai necessari farmaci antirigetto, associata alla complessità intrinseca del paziente cirrotico, potrebbe accentuare la fragilità e favorire le complicanze, spesso drammatiche, dell’infezione da COVID-19.
Paradossalmente, l’attività dei farmaci antirigetto potrebbe invece svolgere un ruolo importante nell’impedire l’attività immunologica scatenata dal COVID-19 e responsabile della cascata infiammatoria che colpisce il sistema respiratorio e vascolare, visti i casi favorevoli che si sono registrati.
Questo studio, insieme ad altri che ne sono seguiti, ha incoraggiato il nostro centro nel proseguire l’attività trapiantologica durante l’emergenza sanitaria, ed è stato successivamente confermato dallo studio del Dott. Belli, Primario dell’Epatologia di Niguarda, che ha dimostrato il ruolo protettivo dell’immunosoppressore nel trapiantato di fegato con infezione a COVID-19.
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