PERSONALIZZAZIONE
DELLA TERAPIA
Personalizzazione della terapia antinfettiva
nel soggetto trapiantato di fegato o con malattia epatica avanzata
Nel trapianto di fegato le infezioni post operatorie – batteriche, fungine e virali – sono tra le più importanti cause di morte e di perdita del “graft”. Oggi sono disponibili strumenti terapeutici e nuove procedure nella terapia immunosoppressiva che miglioreranno sempre di più la sopravvivenza dei soggetti trapiantati o con insufficienza epatica grave. Si tratta però di strumenti molto costosi, che vanno usati quando la loro efficacia si può dimostrare con studi specifici, che permettano di personalizzare le terapie sulla base della reazione individuale.
Nel trapianto di fegato le infezioni sono tra le più importanti cause di morte e di perdita del “graft”. Le infezioni batteriche, fungine e virali sono purtroppo sempre incombenti, a causa della terapia immunosoppressiva applicata per ridurre il rischio di rigetto dell’organo e della complessità di questo genere di interventi.
La disponibilità di strumenti terapeutici ad alto costo insieme a nuove modalità di terapia immunosoppressiva hanno migliorato e miglioreranno sempre di più la sopravvivenza dei pazienti. Tuttavia i dati disponibili nella letteratura scientifica su queste nuove terapie anti-infettive sono ricavati da studi non controllati e applicati a campioni poco numerosi.
Le linee guida internazionali, quando ci sono, si basano su opinioni di esperti e non consentono di personalizzare le terapie sulla base del rischio infettivo del singolo paziente.
Il programma di ricerca
L’obiettivo è quello di identificare le caratteristiche individuali associate alla risposta del paziente alle terapie antinfettive ad alto costo, analizzando tutta una serie di parametri sia di tipo genetico sia legati alla storia di salute della persona e al suo stile di vita.
L’elevata numerosità della casistica raccolta a Niguarda, che comprende una popolazione di soggetti con insufficienza d’organo e trapiantati di fegato molto eterogenea, di cui fanno parte anche soggetti appartenenti a popolazioni speciali (pazienti con infezione da HIV, soggetti provenienti da aree tropicali) può consentire in 3-5 anni la raccolta di una “coorte” (gruppo) superiore a 700 soggetti, tanto numeroso da consentire in 6 anni un’analisi dell’impatto delle caratteristiche individuali sul rischio infettivo, nonché sulla risposta ai trattamenti antinfettivi ad alto costo.
Tutti i soggetti con insufficienza d’organo, candidati o meno a trapianto di fegato e tutti i trapiantati che forniranno il consenso informato entreranno nella coorte e verranno sottoposti a visita, ad un questionario standardizzato sulle abitudini di vita ed ad una raccolta di campioni biologici (sangue, urine, ecc.) e a campioni di DNA per test genetici. Le terapie e profilassi antiinfettive ad alto costo sono una delle più rilevanti voci di spesa per la gestione dei pazienti con insufficienza epatica candidati a trapianto e trapiantati.
La definizione puntuale del rischio infettivo e delle probabilità di risposta nel singolo paziente alle terapie e profilassi antinfettive potrebbe sia aumentare l’appropriatezza di impiego degli strumenti diagnostici e terapeutici, sia migliorare la gestione del rischio infettivo nel paziente trapiantato o con insufficienza d’organo.