NUOVE TECNICHE PER IL TRAPIANTO DI RENE, ANDANDO OLTRE LA DIALISI

Il trapianto di rene è stato finora considerato meno urgente rispetto al trapianto di fegato, perché chi perde la funzione dei propri reni può continuare a vivere con la dialisi,  mentre un fegato compromesso è incompatibile con la vita. Ma è pur vero che la vita del dializzato è durissima (oltre che più breve): tre sedute alla settimana, per diverse ore, con un impatto veramente pesante sulla qualità di vita sua e dei suoi cari. Con il trapianto, invece, si può abbandonare la dialisi e riprendere a vivere una vita normale.

Il programma di ricerca

Siccome anche per il rene, come per il fegato, la disponibilità di organi è nettamente inferiore rispetto al fabbisogno, il programma di ricerca di NTF vuole sviluppare le tecniche più innovative per espandere gli organi disponibili e dare così una possibilità a più malati. La tecnica di espansione più efficace è il trapianto di rene da donatore vivente, nel quale Niguarda è un centro di eccellenza in Lombardia e in tutta Italia. Anche su questo progetto prevediamo una joint venture con il Columbia University Medical College e con l’Università di Zurigo per esperimenti e training nell’utilizzo della macchina da perfusione di organi per il fegato e per il rene.

I tre punti su cui si è sviluppato il progetto di espansione sono:

  • l’utilizzo della tecnica robotica mini invasiva del prelievo di rene sul donatore vivente;
  • l’impiego dei protocolli di desensibilizzazione per i pazienti iperimmuni;
  • l’impiego dei protocolli di desensibilizzazione nei donatori AB0 incompatibili.

Più trapianti di rene da vivente con la tecnica robotica

Il trapianto da donatore vivente è la strada che ha dimostrato la migliore efficacia nell’aumento del numero e della qualità degli interventi effettuati. Prima negli USA, poi anche in Europa e in Italia, il trapianto di rene da donatore vivente ha permesso di aumentare il numero di interventi eseguiti ogni anno. In Italia, il trapianto di rene da vivente si dimostra il più sicuro e il più efficace in termini di sopravvivenza del ricevente a lungo termine e di basso impatto sui donatori.

Anche in questo settore il Centro trapianti dell’Ospedale Niguarda è un riferimento per tutta la Lombardia. Negli ultimi sei anni a Niguarda il trapianto di rene da donatore vivente è arrivato a rappresentare circa il 40% di tutti quelli eseguiti in un anno, grazie a un percorso di forte spinta verso le tecniche di cura e chirurgia più innovative: prima tra tutte la tecnica robotica per il prelievo da vivente, adottata a Niguarda e in pochi altri centri di eccellenza nel mondo. Questo tipo di intervento permette di avere molta più precisione nelle manovre chirurgiche e offre indiscussi vantaggi per il donatore: un rapido recupero di mobilità, una riduzione della componente dolorosa postoperatoria e  ricovero ospedaliero più breve.

Ridurre i rischi di rigetto con la desensibilizzazione

Un’altra modalità adottata a Niguarda per disporre di più organi è “aggirare” l’incompatibilità tra donatore e ricevente attraverso i trapianti di rene AB0- incompatibili: è un protocollo farmacologico che permette la donazione anche in caso di diverso gruppo sanguigno (e quindi incompatibilità) tra ricevente e donatore. La procedura è ancora poco praticata in Italia, ma è molto diffusa in Giappone, Svezia e Stati Uniti. Lo stesso discorso vale per i pazienti iperimmuni, che cioé presentano un alto rischio di rigetto del rene di uno specifico donatore vivente (di solito un parente): anche in questo caso il protocollo di desensibilizzazione consente di effettuare il trapianto.

Altre tecniche di espansione dei trapianti

Un’altra strada per aumentare il numero di pazienti beneficiari è il trapianto di doppio rene, tecnica che consente l’utilizzo di donatori deceduti “marginali” (per età avanzata) impiantando nel ricevente entrambi i reni del donatore. Questa tecnica non peggiora i risultati del trapianto e dà la possibilità a più persone di guarire.

Infine, altra fonte di donazione impiegata dal nostro centro trapianti è rappresentata dal donatore in arresto cardiaco. Il centro trapianti di Niguarda è stato anche qui all’avanguardia della tecnologia in Italia. Molti studi pubblicati in letteratura negli ultimi anni riguardano le macchine da perfusione di organi, che riescono a far circolare sangue o liquidi di conservazione nel rene espiantato e in attesa del reimpianto, migliorando così di molto le sue “prestazioni”. In Italia infatti  la legislazione prevede che la morte cardiaca sia accertata con valutazione elettrocardiogramma di arresto cardiaco della durata continuativa di 20 minuti, a differenza che nella maggior parte degli altri Paesi occidentali, dove tale accertamento ha una durata molto inferiore. Questo lasso di tempo può danneggiare l’organo, ma attraverso le macchine da perfusione il Centro Trapianti di Niguarda ha per primo dimostrato nel mondo la fattibilità e la sicurezza dell’utilizzo di organi per trapianto prelevati anche in queste condizioni. 

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