IL TRAPIANTO DI RENE

Trapianto di rene: quando è necessario

Il trapianto di rene è il miglior trattamento possibile per chi soffre di insufficienza renale cronica.

A differenza del trapianto di fegato, il trapianto di rene non è l’unica cura possibile per l’insufficienza renale cronica: c’è anche la dialisi.

E’ convinzione diffusa che il trapianto di rene sia sempre preferibile alla dialisi, ma prima di scegliere tra dialisi e trapianto, occorre informarsi. Dal lato positivo, con il trapianto avrai meno limiti alla tua alimentazione – anche se dovrai seguire una dieta sana per il cuore. Ricomincerai a urinare da solo, fin da subito. Avrai molta più energia e in sostanza potrai otterrai una qualità di vita simile a quando non avevi la malattia. Numerosi studi mostrano che i trapiantati di rene vivono più a lungo dei dializzati. Dal lato negativo, ci sono i rischi di un intervento chirurgico e la necessità dopo il trapianto di prendere per sempre i farmaci antirigetto. Questi farmaci abbassano le difese immunitarie, quindi sarai soggetto a un rischio più alto di contrarre infezioni e di alcuni tipi di tumore.

Il trapianto preventivo

Il trapianto può essere fatto anche prima di aver bisogno della dialisi, in questo caso si parla di trapianto preventivo; oppure dopo un periodo breve di dialisi, e in questo secondo caso si parla di trapianto precoce o anticipato. Entrambi hanno notevoli vantaggi rispetto al trapianto effettuato dopo un lungo periodo di dialisi: alcuni studi evidenziano un miglior stato di salute a lungo termine.  

Se ci sono altre patologie

In presenza di altre patologie, ad esempio il diabete – che può essere causa di insufficienza renale –  si può fare con successo il trapianto di rene, con le dovute valutazioni. Per abbassare alcuni rischi specifici di questa situazione, ti potrebbe essere chiesto di dimagrire o di smettere di fumare.  Se hai il diabete, ti potrebbe essere utile anche il trapianto di pancreas: parlane col tuo medico.

Subito dopo l’intervento

Sapevi che durante il trapianto i tuoi reni rimarranno al loro posto? E’ la prassi corrente, a meno che non ci siano motivi particolari per toglierli. Il rene donato viene posizionato nel basso addome, dove risulta più facile collegare l’organo ai vasi sanguigni e alla vescica urinaria. Inoltre, nel caso di problemi in futuro, sarà più facile trattarlo.  

L’operazione dura circa quattro ore. Inizialmente avrai un po’ di dolore, ma in un giorno o poco più dovresti già alzarti dal letto e tornare a casa entro una settimana. Se il rene arriva da un donatore vivente, comincerà a funzionare più in fretta di un rene avuto da un donatore deceduto: nel secondo caso potrebbero essere necessarie un paio di settimane di dialisi prima che il nuovo rene entri in piena attività.

In linea generale, i trapiantati di rene devono seguire una dieta a basso contenuto di grassi e di sale, per proteggere il cuore, e molto ricca di liquidi. Sempre meglio consultare un nutrizionista.

Rene, l’organo più donato dai viventi

Il trapianto di rene può essere effettuato da donatore cadavere o da donatore vivente. Il trapianto da donatore vivente è la strada che sì è dimostrata più efficace nell’aumento del numero e della qualità degli interventi effettuati. Prima negli USA, poi, di pari passo, anche in Europa e in Italia, il trapianto di rene da donatore vivente ha permesso di aumentare il numero di interventi eseguiti ogni anno.

Anche in questo settore il Centro Trapianti dell’Ospedale Niguarda rappresenta un’eccellenza e un riferimento per tutta la Lombardia. Nel 2017 sono stati eseguiti 95 trapianti di rene, di cui 30 da donatore vivente. Negli ultimi sei anni a Niguarda il trapianto di rene da donatore vivente è arrivato a rappresentare circa il 40% di tutti quelli eseguiti in un anno, grazie a un percorso di forte spinta verso le tecniche di cura e chirurgia più innovative, per aumentare la sicurezza e l’efficacia di questo genere di trapianto: prima tra tutte la tecnica robotica per il prelievo da vivente, adottata a Niguarda e in pochi altri centri di eccellenza nel mondo. Questo tipo di intervento permette di avere molta più precisione nelle manovre chirurgiche e offre indiscussi vantaggi per il donatore: un rapido recupero di mobilità, una riduzione della componente dolorosa postoperatoria e  ricovero ospedaliero più breve.

Altra modalità adottata a Niguarda per disporre di più organi è “aggirare” l’incompatibilità tra donatore e ricevente attraverso i trapianti di rene AB0 – incompatibili: è un protocollo che permette la donazione anche in caso di diverso gruppo sanguigno tra ricevente e donatore. La procedura è ancora poco praticata in Italia, ma è molto diffusa in Giappone, Svezia e Stati Uniti.

Significativo infine anche il trapianto di rene da donatore samaritano, cioé non imparentato con il ricevente, eseguito a Niguarda come primo in Italia insieme ai successivi trapianti cross-over eseguiti su altre 4 coppie di donatori/riceventi.

Nel campo dei trapianti da donatore deceduto, un altro importante programma di espansione è quello denominato “trapianto di doppio rene”: a partire da un donatore di una certa età si opta per l’espianto di entrambi i reni nello stesso ricevente. Questo fa sì che gli organi in coppia si compensino a vicenda raggiungendo una buona funzionalità, nonostante una non ottimale condizione degli organi che, se prelevati singolarmente, non sarebbero stati utilizzabili.